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Investimenti in criptovalute, il 2022 sarà l’anno della svolta

Questo uno dei trend previsti da XTB, che ha presentato un nuovo report dedicato all’outlook 2022 nel settore degli investimenti e che approfondirà tali tematiche anche nel corso dell’evento gratuito «Prospettive 2022»

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Dopo il “boom” nel 2021, il trend al rialzo delle criptovalute potrebbe non essere finito e continuare anche quest’anno, a prescindere dai periodi di incertezza e dall’esodo dagli investimenti a cui abbiamo assistito da parte di trader retail. E il 2022 potrebbe essere un anno particolarmente significativo anche e finalmente per un coinvolgimento più importante di investitori italiani. I segnali positivi sono molti e strutturali. Questo uno dei trend previsti da XTB, che ha presentato un nuovo report dedicato all’outlook 2022 nel settore degli investimenti e che approfondirà tali tematiche anche nel corso dell’evento gratuito “Prospettive 2022: come investire tra inflazione e nuove strategie di politica monetaria”, che si terrà mercoledì 26 gennaio, in collaborazione con l’imprenditore, trader e autore Marco Casario.

Nonostante la volatilità delle criptovalute degli ultimi mesi, si legge in una nota, l’adozione delle valute digitali nel 2022 potrebbe continuare ad accelerare in Italia e nel mondo, attirando in questo modo l’interesse di un numero crescente di investitori e istituzioni: “Ci sono segnali consistenti che ci dicono che il fenomeno delle cripto sia ormai una realtà consolidata e su cui un po’ tutti i governi, le banche centrali e le borse stanno lavorando per avere entro il 2022 delle vere regolamentazioni”, ha commentato Walid Koudmani, Market Analyst XTB.

“L’esempio più lampante è quello de El Salvador, diventato il primo paese nel 2021 a iniziare ad accettare pagamenti in Bitcoin, ma c’è anche il caso in Canada di un ETF approvato che compra Bitcoin per conto degli investitori. Molti investitori si aspettano nel 2022 un ETF simile accettato anche negli Stati Uniti. E poi ci sono gli istituti finanziari, le aziende private e pubbliche: è recente la notizia che Paypal lancerà una propria crypto valuta e già oggi gli stipendi dei sindaci di New York o Miami sono pagati in criptovalute, e molte altre sono in arrivo”.

In particolare, il 2021 ha portato a una maggiore consapevolezza anche tra gli italiani del fatto che le criptovalute non sono una frode o una sorta di “gioco d’azzardo”, ma che alle spalle delle monete digitali esiste una tecnologia rivoluzionaria, la blockchain, che sta permeando molti settori della nostra vita. “La blockchain sta per cambiare in modo permanente il settore della finanza”, ha continuato Walid Koudmani. “Riteniamo che l’afflusso di capitale istituzionale combinato con le imminenti regolamentazioni dei governi e la trasparenza delle transazioni nativa della blockchain potrebbe portare da un lato alla fine del mercato toro, dall’altro ad un aumento considerevole degli attori che operano sulle monete digitali”.

Non solo cripto: fra i trend macroeconomici d’investimento previsti da XTB, si stima una crescita del Pil, una politica monetaria decisiva per i mercati, una ripresa dell’oro e un eccesso di offerta del petrolio.

“Dopo la pandemia del 2020, il 2021 è stato un anno di “esuberanza”, sia nell’economia globale, che sui mercati. Gli stimoli massicci hanno prodotto una domanda molto forte che ha causato squilibri e pressioni sui prezzi, mentre l’abbondante liquidità ha portato le quotazioni degli asset a livelli storici”, ha commentato Walid Koudmani. “Guardando all’anno in corso, è prevista una crescita economica pari a circa 4% nei paesi sviluppati e le aspettative di crescita del 2023 restano al di sopra del 2019 senza pandemie”.

Secondo XTB, le previsioni di crescita del PIL sono relativamente ottimistiche. Allo stesso tempo, alcuni economisti sembrano credere in una natura transitoria dell’inflazione, perché si aspettano che sia controllata nell’Unione Economica e Monetaria dell’UE e in Cina, e che si calmi gradualmente negli USA. La previsione di XTB è che i mercati stiano valutando questo risultato positivo: ciò presuppone che i produttori siano in grado di approfittare di una domanda elevata, portando a una crescita più alta, rallentando l’inflazione e stimolando la domanda quando lo stimolo del governo svanisce.

L’alternativa è la stagflazione: se il calo della domanda dovesse essere significativo, quando le aziende aumenteranno le loro capacità di produzione, potrebbero improvvisamente trovarsi di fronte a ricavi in calo proprio quando la crescita dei salari sarà elevata e i tassi di interesse normalizzati. “In effetti pensiamo che uno scenario “di mezzo” sia il più probabile. Gli investitori dovrebbero quindi considerare due aspetti, ovvero quanto velocemente si stiano risolvendo i problemi della supply chain, e se la pressione dell’inflazione stia aumentando e si stia riversando sulla crescita dei salari, rendendo più probabile una stretta monetaria”, ha aggiunto Koudmani.

Tassi allo 0%, domanda molto forte, basso tasso di disoccupazione e inflazione sopra il 6%: la politica monetaria potrebbe rappresentare uno dei fattori decisivi per i mercati nel 2022. Il massiccio intervento delle banche centrali ha avuto un enorme impatto sui prezzi degli asset attraverso tre canali: i tassi zero o negativi hanno costretto le famiglie a cercare alternative per conservare i loro risparmi nelle banche; inoltre, enormi acquisti di beni hanno permesso ai governi di finanziare trasferimenti eccessivi; infine, il QE ha anche portato a un massiccio eccesso di liquidità, costringendo le istituzioni ad accettare rischi per sfuggire ai tassi sotto zero.

Il ricorso a massicci stimoli monetari e fiscali ha fornito un enorme sostegno ai mercati azionari durante il panico da coronavirus nel 2020. Gli indici hanno lanciato un rally che dura ancora oggi: i principali index di Wall Street vengono scambiati oltre il 100% sopra i loro minimi pandemici, dopo aver registrato guadagni a due cifre nel 2021. Tuttavia, un rally finanziato dalle banche centrali non durerà per sempre: si prevede che la Fed terminerà il QE nel marzo 2022 con il successivo aumento dei tassi.

Una rimozione della liquidità in eccesso potrebbe essere la sfida più grande per i mercati il prossimo anno. In questo contesto, l’inasprimento della politica monetaria sembra essere il rischio più insidioso per i mercati e dipenderà dalla disponibilità della Fed a intervenire anche nel caso in cui le potenziali turbolenze del mercato azionario non fossero accompagnate da un deterioramento dell’economia reale.

Il petrolio è la merce più “politica” del mondo, e nulla è cambiato nel 2021. Le previsioni della domanda e offerta per il 2022 indicano che l’intero anno dovrebbe essere considerato in termini di un eccesso di offerta e questo dovrebbe teoricamente generare una pressione al ribasso sui prezzi. Tuttavia, tutto potrebbe dipendere dal fatto che l’OPEC+ decida di ripristinare completamente l’offerta. Inoltre, la domanda potrebbe tornare ai livelli pre-pandemici nel tardo Q2 o all’inizio del Q3 2022.

Per quanto riguarda l’oro, non ha sempre fornito nella storia una buona copertura contro dinamiche di prezzo improvvise ed elevate, facendo molto meglio durante le condizioni di aspettative di inflazione elevata a lungo termine e di alta incertezza dell’inflazione. Venendo ai giorni d’oggi, l’oro e gli altri metalli preziosi sono stati tra i migliori asset nel 2020 e, nonostante un 2021 di volatilità molto bassa, l’anno nuovo potrebbe essere più proficuo, tenendo in considerazione i prossimi cambiamenti nelle politiche monetarie. Uno shock restrittivo potrebbe creare una significativa pressione al ribasso, ma il passato ci ha mostrato anche che la materializzazione di alcuni fattori di rischio potrebbe essere anche un segnale contrario e un’opportunità per i trader.

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