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Intelligenza artificiale

Intelligenza artificiale, un alleato per i lavoratori con disabilità

Il 51% dei lavoratori con disabilità in Italia usa l’AI per migliorare accessibilità e inclusione lavorativa. Strumento utile per risolvere problemi e scrivere testi, l’AI riduce disparità e promuove equità. Fondamentale investire nella formazione

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AI e lavoro
AI e lavoro (© Depositphotos)

L’Intelligenza Artificiale (AI) si conferma un potente strumento per migliorare l’inclusione lavorativa. Secondo un’indagine di Randstad, il 51% delle persone con disabilità in Italia ritiene che l’AI semplifichi il proprio lavoro, contro il 37% dei lavoratori senza disabilità. Questo dato evidenzia come l’AI possa ridurre barriere e favorire pari opportunità sul luogo di lavoro.

Come l’AI viene utilizzata

I principali utilizzi dell’AI includono:

  • Risoluzione di problemi (62%);
  • Scrittura di testi come curriculum o lettere di presentazione (59%);
  • Attività di back office (56%).

L’AI, infatti, consente di ottimizzare le attività ripetitive e liberare tempo per compiti più strategici, aumentando l’efficienza e il valore percepito del proprio lavoro.

AI e riduzione delle disparità

Un aspetto particolarmente interessante è che il 57% dei lavoratori con disabilità considera l’AI un supporto efficace per ridurre le disparità, affiancandosi alla supervisione umana. Per il 52%, il suo utilizzo promuove una maggiore equità aziendale, rendendo più accessibile l’esecuzione di compiti complessi.

Inoltre, il 53% degli intervistati prevede che l’AI continuerà ad avere un impatto positivo sulla propria attività in futuro, facilitando l’interazione e la collaborazione anche con colleghi stranieri.

La formazione come leva per il futuro

Le competenze digitali sono sempre più essenziali. Il 42% dei lavoratori con disabilità sarebbe disposto a lasciare l’azienda se non fossero offerte opportunità di apprendimento sull’AI. Questo sottolinea l’importanza della formazione continua per garantire inclusione e competitività sul mercato del lavoro. Le aziende, tuttavia, sembrano rispondere bene: il 56% dei lavoratori fragili ha accesso a programmi di aggiornamento specifici.

L’AI in Italia: un quadro positivo

L’Italia si distingue a livello internazionale per il suo approccio all’integrazione dell’AI nelle imprese:

  • +3% rispetto alla media globale in termini di accessibilità aziendale;
  • +5% per l’apprendimento;
  • +3% per la qualità della formazione.

Questi numeri mostrano come l’AI non solo possa migliorare le condizioni di lavoro, ma anche contribuire a un clima aziendale più equo e inclusivo.

Una tecnologia per abbattere le barriere

In un contesto in cui il 40% delle persone con disabilità ha affrontato discriminazioni, il 48% nota un miglioramento grazie a strumenti come l’AI. Tuttavia, resta ancora molto da fare: l’adozione responsabile e inclusiva dell’AI rappresenta una sfida centrale per le imprese.

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