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Come vanno fatturate le prestazioni sanitarie?

La corretta fatturazione delle prestazioni sanitarie garantisce la trasparenza, la tracciabilità e la conformità normativa del rapporto tra professionista e paziente. La normativa fiscale italiana prevede specifici obblighi a carico degli operatori del settore sanitario, sia in termini di emissione della fattura, sia per quanto riguarda la modalità di pagamento e le regole relative alla detrazione fiscale da parte dei cittadini. Approfondiamo insieme l’argomento.
Prestazioni sanitarie e fatturazione: la gestione
La fattura medica, relativa a una prestazione sanitaria resa da un professionista abilitato, è un documento fiscale obbligatorio che deve essere emesso al momento dell’effettuazione dell’operazione, ossia generalmente al pagamento della prestazione stessa.
Le prestazioni sanitarie rese da soggetti abilitati all’esercizio della professione medica o sanitaria, se finalizzate alla tutela della salute, sono esenti da IVA ai sensi dell’art. 10, n. 18 del DPR 633/72. In tali casi, la fattura deve riportare chiaramente la dicitura “operazione esente IVA ai sensi dell’art. 10, n. 18, DPR 633/72”.
Dal punto di vista tecnico, l’obbligo di fatturazione elettronica non si applica alle prestazioni sanitarie rese verso persone fisiche, in virtù della deroga prevista per la tutela della privacy dei dati sensibili. In tali casi, la fattura viene emessa in formato cartaceo o digitale non elettronico (es. PDF) e conservata secondo le regole ordinarie, salvo specifiche eccezioni in base al tipo di attività svolta o alla natura del destinatario.
I soggetti obbligati all’invio dei dati al Sistema Tessera Sanitaria (STS), quali medici, odontoiatri, psicologi, fisioterapisti e infermieri, devono in ogni caso trasmettere telematicamente le informazioni relative alle spese sostenute dal paziente, salvo opposizione di quest’ultimo. I dati saranno utilizzati dall’Agenzia delle Entrate per la predisposizione della dichiarazione precompilata.
Pagamento delle fatture per prestazioni sanitarie
La modalità di pagamento delle fatture sanitarie ha assunto un ruolo centrale, soprattutto a seguito delle novità introdotte dalla legge di Bilancio 2020. A partire dal 1° gennaio 2020, la detraibilità delle spese sanitarie da parte del contribuente è subordinata all’utilizzo di metodi di pagamento tracciabili.
Questa misura si inserisce nell’ambito della strategia del legislatore per incentivare la trasparenza nei rapporti economici e contrastare l’evasione fiscale. Di conseguenza, il professionista, pur potendo accettare pagamenti in contanti, deve sempre informare il paziente che, in tal caso, quest’ultimo perderà il diritto alla detrazione IRPEF del 19% sulla spesa sostenuta, seppur legittima ai fini della prestazione.
Il POS è diventato obbligatorio per tutti i professionisti, inclusi quelli sanitari, a prescindere dal regime fiscale adottato. Il mancato possesso o il rifiuto di accettare pagamenti elettronici espone il soggetto a sanzioni amministrative, come previsto dal D.L. n. 124/2019, convertito con modificazioni dalla L. n. 157/2019.
Detrazione prestazioni sanitarie
La detrazione IRPEF del 19% per spese sanitarie è una delle agevolazioni fiscali più utilizzate dai contribuenti italiani. Oltremodo, la detrazione è ammessa solo se la spesa è stata sostenuta con strumenti di pagamento tracciabili. Questa condizione è stata introdotta proprio per incoraggiare i cittadini a utilizzare sistemi sicuri e trasparenti, evitando l’uso del contante per prestazioni detraibili.
Le prestazioni sanitarie interessate dalla detrazione includono visite mediche specialistiche, prestazioni odontoiatriche, trattamenti fisioterapici, esami diagnostici e altre cure effettuate da soggetti abilitati. La detrazione è valida anche per le prestazioni rese da professionisti in regime forfettario, a condizione che siano rispettati i requisiti normativi, tra cui il pagamento tracciabile e la trasmissione dei dati al STS.
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