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Cybersicurezza

Cybersecurity, la carenza di professionisti aumenta la vulnerabilità delle aziende

Il divario di professionisti nella cybersecurity cresce, con un deficit di 4,8 milioni nel 2024. In Italia, le offerte di lavoro sono in calo mentre aumentano le pressioni sui team SOC. Soluzioni AI come Vectra AI supportano la gestione degli alert, riducendo il burnout

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Vulnerabilità informatica aziendale
Vulnerabilità informatica aziendale (© Depositphotos)

La carenza di professionisti della cybersecurity continua a crescere in maniera esponenziale. Secondo l’ISC2, una delle principali organizzazioni non-profit per la sicurezza informatica, entro il 2024 il deficit di esperti nel settore raggiungerà i 4,8 milioni, segnando un aumento del 19% rispetto all’anno precedente. Come analizzato da Massimiliano Galvagna, Country Manager di Vectra AI per l’Italia, questo gap mette sotto pressione i team di Security Operations Center (SOC), già sovraccarichi a causa dell’aumento e della complessità degli attacchi informatici.

Massimiliano Galvagna - Country Manager Italia Vectra

Massimiliano Galvagna – Country Manager Italia Vectra

I settori più carenti: AI, Cloud e Zero Trust

Uno studio di ISC2 ha evidenziato le competenze più carenti nella cybersecurity, con il 34% dei professionisti che segnala lacune nel settore dell’intelligenza artificiale (AI), il 30% nel cloud computing e il 27% nelle implementazioni Zero Trust. Anche l’analisi forense digitale e la sicurezza delle applicazioni rientrano tra le aree in cui sono più necessari aggiornamenti e nuove competenze.

La situazione in Italia tra domanda in calo e sfide in aumento

Secondo uno studio recente di LinkedIn, l’Italia ha registrato un calo del 10% negli annunci di lavoro per professionisti della sicurezza informatica. Questo fenomeno evidenzia una disconnessione tra la crescente minaccia e l’offerta di lavoro nel settore, generando un circolo vizioso che rischia di indebolire ulteriormente la capacità delle aziende italiane di difendersi dagli attacchi.

Nuove normative, stress e burnout tra i professionisti della sicurezza

L’introduzione di normative come la direttiva europea NIS2 ha imposto ulteriori standard di sicurezza, aumentando il carico di lavoro per i team SOC e favorendo l’aumento dello stress da burnout. Questo contesto può spingere molti professionisti a lasciare il settore, aggravando ulteriormente la carenza di forza lavoro e rendendo le aziende sempre più esposte a cyber attacchi.

Strumenti di AI come soluzioni per la riduzione dello stress

Le tecnologie basate su intelligenza artificiale possono giocare un ruolo chiave per migliorare l’efficienza dei team SOC. Soluzioni come l’Attack Signal Intelligence di Vectra AI permettono una riduzione significativa degli alert, riducendo il sovraccarico di lavoro degli analisti e migliorando la loro produttività. Vectra AI, ad esempio, ha registrato una riduzione degli alert dell’80%, permettendo ai professionisti di concentrarsi su attività più strategiche, inclusa l’acquisizione di nuove competenze.

Investire in formazione e tecnologia per un futuro più sicuro

Il divario di competenze nella cybersecurity richiede una risposta che comprenda sia l’upskilling del personale sia l’adozione di strumenti innovativi che facilitino il lavoro dei professionisti. Solo così le aziende potranno affrontare con successo le minacce informatiche in continua evoluzione, garantendo al contempo un ambiente di lavoro più sostenibile e meno soggetto al burnout.

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