Fintech
Fintech: i 4 trend per la trasformazione digitale del banking
La logica di ecosistema guida l’innovazione nel settore bancario: il 32% delle startup fintech europee ha almeno una partnership in corso con un gruppo finanziario. Tra le priorità l’integrazione di servizi non finanziari e la co-creazione di nuovi prodotti o servizi
L’innovazione nel settore bancario? Passerà, sempre più spesso, dall’alleanza tra banche e startup, in una logica di “ecosistema” piuttosto che competitiva. Anzi, sta già accadendo, tanto che – secondo un recente report dell’Osservatorio Fintech ed Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano – ben il 32% delle startup fintech in Europa ha almeno una partnership in corso con un grande gruppo finanziario.
“Open”, quindi, è la parola chiave che accompagna – e accompagnerà – la trasformazione digitale del settore bancario: “Open Innovation”, “Open Banking”, “Open Finance”. Un’apertura invocata a gran voce anche dagli utenti finali, che sempre più spesso chiedono di trovare servizi aggiuntivi nelle loro app: il 47%, infatti, vorrebbe trovare nell’applicazione della propria banca servizi per visionare e pagare le bollette utenze, il 38% vorrebbe un’integrazione dello SPID e il 36% servizi per la telefonia mobile; e poi servizi per la mobilità o le carte fedeltà (34%), prodotti e servizi assicurativi (27%) e servizi e consigli per gestire le finanze personali, con budget (24%) e investimenti (24%) tra le priorità.
I trend che stanno guidando la trasformazione digitale del banking
Ecco quindi i quattro trend che stanno guidando la trasformazione digitale del banking, su cui si iniziano a vedere collaborazioni consolidate (e in certi casi addirittura acquisizioni) tra grandi gruppi finanziari e startup.
- Integrazione di servizi non finanziari
È un modello di “Open Innovation” win-win per gruppi finanziari e startup fintech focalizzate su servizi complementari: i primi si appoggiano alle seconde per creare nuovi servizi ad alto contributo tecnologico nei propri ecosistemi, le seconde usano i primi come canali di acquisizione. Con un vantaggio che va tutto a favore dell’utente finale, affamato di servizi non finanziari a valore aggiunto (come dimostrato dai dati sopra). L’esempio più di successo, in questo senso, è quello tra Switcho ed alcuni player finanziari sia più tradizionali – come Credem – sia con le neo-bank come HYPE: l’integrazione “nativa” del servizio di comparazione personalizzato su luce e gas di Switcho dentro l’applicazione di HYPE, nata come progetto pilota lo scorso marzo 2021, ha portato in poco più di un anno oltre 10.000 utenti HYPE a provare il servizio di analisi personalizzata delle bollette di Switcho, per un valore superiore a 1.1 milioni di euro di proposte di risparmio e un tasso di soddisfazione dell’utente di 4.8 su 5. “L’integrazione con Switcho è un caso di successo che dimostra come la cooperazione tra player dell’ecosistema con uno spiccato orientamento all’innovazione può portare vantaggi a tutte le parti coinvolte: banche, startup ma soprattutto il cliente finale” ha commentato Luca Grampioggia, Deputy CEO di HYPE. - Verso le “superapp”
Il termine superapp è apparso nei report annuali delle banche tra il 2019 e il 2021, secondo il report “Top 10 Trends 2022 in Banking” di Accenture, oltre il 640% di volte in più rispetto al biennio precedente. Cosa si intende per super-app? Piattaforme o applicazioni che raccolgono in un’unica interfaccia utente servizi finanziari e non finanziari, dai pagamenti al social commerce fino alla gestione di investimenti. Alcuni esempi? Amazon negli Stati Uniti, che sta estendo le sue capabilities anche ai pagamenti grazie alle partnership con alcune banche; Alipay in Cina, che dai pagamenti è diventata, di fatto, un colosso nel mondo e-commerce; e poi, sempre in Asia, WeChat o Paytm. Quale sarà il futuro delle banche in questo scenario – continua Accenture – dipenderà dalla capacità di quest’ultime di accettare di cedere quote del mercato delle “transazioni” per guadagnare integrazioni strategiche. - SPID e identità digitale
L’Identità Digitale si è rapidamente diffusa in Italia grazie allo SPID, e – andando anche oltre quello che è l’attuale perimetro della PSD2 – offre nuove opportunità di integrazione di servizi aggiunti agli operatori finanziari che, previo consenso degli utenti, potranno avere accesso a dati ulteriori rispetto a quelli del solo conto corrente. Dai pagamenti fino alla user experience degli utenti, l’integrazione tra l’Identità Digitale e i dati finanziari è la chiave di volta per abilitare un ecosistema di servizi omnichannel che vada oltre i pure casi d’uso finanziari. - Open Banking abilitatore di servizi di A.I.
La direttiva PSD2 ha aperto la strada all’Open Banking, inteso come un ecosistema aperto e digitale che consente, anche senza la presenza di accordi prestabiliti, lo scambio di dati e informazioni, non solo finanziarie, tra gli operatori (bancari, finanziari e non) che ne fanno parte. L’entrata in vigore della normativa ha portato a un boom in Europa dei provider (+300% secondo CBI) e operazioni di M&A per oltre 2 miliardi. Una rivoluzione che abilita grandi opportunità di R&D per l’industria. Alcuni esempi? Switcho permette di collegare il proprio conto corrente (o i propri conti correnti) alla sua app per fornire in forma automatica, grazie a un algoritmo che categorizza e analizza le spese, azioni di risparmio specifiche e personalizzate su voci di spesa come bollette, telefonia mobile o assicurazioni; mentre Faire A.I. permette di ottenere credit scoring o finanziamenti grazie all’accesso ai conti correnti.
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