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Economia digitale

Gaming da 219 mld, l’era dei creator riscrive le regole del videogioco

Mercato a 219 mld $ (+5%) e crescita al 2028 (+4% CAGR): avanzano i giochi-piattaforma (+10–20% utenti), spingono UGC e community, indie +22% CAGR (2018–2024). Sfide su monetizzazione: microtransazioni, abbonamenti, ads

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Gaming e videogiochi
Gaming e videogiochi (© Depositphotos)

Il mercato globale dei videogiochi ha chiuso l’ultimo anno a 219 mld $ (+5% anno su anno). Secondo la nuova ricerca di Bain & Company (quarta indagine annuale su 5.000 consumatori in USA, Brasile, Indonesia, Giappone, Regno Unito ed Emirati), la traiettoria resta positiva: +4% CAGR fino al 2028 (esclusi hardware, pubblicità ed e-sport). I giochi non sono più “solo” intrattenimento: diventano spazi di creatività, socialità e narrazione, dove gli utenti vogliono creare, personalizzare e condividere.

La concentrazione dei ricavi: i top 10 dominano

Il settore si polarizza: su ogni piattaforma, i primi 10 titoli generano oltre la metà dei ricavi. La tendenza è ancora più marcata tra i più giovani: oltre il 70% delle preferenze tra 2–17 anni si concentra su pochi franchise. Chi ha tra 2 e 17 anni ha un +20% di probabilità, rispetto agli over 35, di giocare e preferire la stessa ristretta rosa di blockbuster. Risultato: i titoli “evergreen” continuano a dominare cicli di vita lunghissimi.

Generazione Z (e Alpha), il videogioco come media principale

Per gli under 18, il gaming supera TV, streaming e social come canale d’intrattenimento. La fruizione è connessa, condivisa e virale: ciò accelera l’adozione di trend, trasforma i giochi in fenomeni culturali e spinge la domanda di funzioni social e co-creazione.

L’ascesa dei “giochi piattaforma”: 10–20% di crescita utenti l’anno

I giochi piattaforma — mondi vasti con hub social, tool per i creator e esperienze UGC — sono il nuovo centro di gravità dell’ecosistema: utenti attivi +10–20%/anno, attrattivi per giocatori, sviluppatori e brand. In parallelo, i classici AAA faticano (costi in crescita, margini compressi, competizione elevata), mentre prosperano gli indie: tra 2018 e 2024 i giochi PC indie hanno segnato +22% CAGR, contro +8% dei AAA/AA. Il motore: agilità creativa, cicli più rapidi, forte community-driven design.

Creatività al centro, UGC e “potere ai gamer”

L’80% dei gamer ha provato nell’ultimo anno almeno un titolo con livelli, modalità o oggetti creati dagli utenti. Quasi 1 creator su 2 dichiara di dedicare più tempo alla creazione rispetto all’anno precedente (trend ancora più forte tra i più giovani, ma in crescita anche 35+). Le leve decisive sono giocare con gli amici, personalizzare i mondi e un gameplay solido: non è la grafica ultra-realistica a muovere l’ago della bilancia, bensì meccaniche coinvolgenti e possibilità espressive. In sintesi: i giocatori passano da consumatori a produttori di contenuti.

Monetizzazione: più tempo di gioco, meno spesa (e tanta sperimentazione)

Paradosso del 2025: si gioca di più, si spende di meno. Il prezzo “listino” dei giochi tradizionali resta a 60–70 $ da due decenni e, al netto dell’inflazione, pesa 30–40% in meno rispetto agli anni ’90. L’onda free-to-play offre centinaia di ore senza costo iniziale, sostenute da una minoranza di big spender via acquisti in-game. Ma forzare le microtransazioni può scatenare backlash. Cresce il test dei modelli in abbonamento, mentre parte dell’industria guarda al prossimo Grand Theft Auto come possibile occasione per alzare il tetto di prezzo.
Sul fronte pubblicità, il mobile ha già trovato equilibrio, mentre su console/PC gli annunci sono ancora marginali. Intanto, i giocatori restano ambivalenti: 64% percepisce le ads come interruttive (in aumento di 5 p.p.), ma 46% ammette di aver effettuato acquisti in-game grazie alle ads (in aumento di 6 p.p.).

Cosa devono fare editori e sviluppatori (subito)

  • Abilitare i creator: tool UGC, editor accessibili, mod supportate, template e monetizzazione equa per i contenuti fan-made;
  • Mettere la community al centro: funzionalità social-first, clan/gilde, eventi live, cross-play e cross-progression per ridurre l’attrito;
  • Ripensare la monetizzazione: evitare “paywall d’attrito”, adottare bundle flessibili, battle pass trasparenti, abbonamenti con valore reale e advertising nativo non intrusivo;
  • Misurare il tempo creativo: nuova metrica di engagement che guarda non solo alle ore di gioco, ma alle ore di creazione e condivisione;
  • Sicurezza e fiducia: moderazione UGC, antifrode, tutela IP e brand safety per attrarre partner e sponsor;
  • Efficienza produttiva: pipeline più snelle, sperimentazione data-driven, live-ops continue e cicli di playtest ravvicinati.

Orizzonte 2028 tra piattaforme, IP modulari e AI come acceleratore

Da qui al 2028 vedremo piattaforme sempre più modulari, con asset riusabili, economie ibride (mix tra free-to-play, abbonamenti e UGC-commerce), e una maggiore adozione di strumenti AI a supporto di creazione, testing e moderazione. Chi abbraccerà il ruolo del gioco come ecosistema sociale-creativo guiderà la prossima era del gaming; chi resterà ancorato alla logica del “prodotto finito”, rischia di perdere terreno.

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