Tecnologia
Google Translate e i dialetti del nord Italia, inizio promettente, ma imperfetto
Google Translate ha introdotto cinque dialetti italiani, ma il progetto AlpiLinK evidenzia errori e limiti significativi. La variabilità linguistica e la mancanza di audio sono i principali problemi. Partecipazione aperta su alpilink.it
L’introduzione di cinque nuove lingue minoritarie italiane su Google Translate rappresenta un significativo passo avanti nel riconoscimento delle diversità linguistiche. Tuttavia, i risultati preliminari rivelano limiti evidenti nella traduzione dei dialetti come veneto, friulano, lombardo, ligure e siciliano. Questo articolo analizza le performance di Google Translate in questo nuovo contesto, alla luce del report condotto dal progetto AlpiLinK.
Le sfide dei dialetti, un test a riuscito a metà
L’aggiornamento di Google Translate, basato sull’intelligenza artificiale e il modello linguistico PaLM2, ha sollevato aspettative significative. Tuttavia, i risultati delle traduzioni sono stati meno brillanti di quanto sperato. Parole come “putela” e “buteleta”, utilizzate nel dialetto veronese, sono state tradotte erroneamente, evidenziando le difficoltà di gestire la variazione linguistica all’interno di una stessa lingua regionale.
Un sistema da migliorare
Il report del team di AlpiLinK, coordinato dal professore Stefan Rabanus, sottolinea come le denominazioni generali come “veneto” o “lombardo” non riflettano l’eterogeneità dialettale. Google Translate si trova quindi di fronte alla sfida di gestire una molteplicità di varianti linguistiche, un compito che richiederebbe un corpus più ampio e diversificato. Inoltre, la mancanza di supporto audio per i dialetti rappresenta un ulteriore limite rispetto alla traduzione in italiano.
Il progetto AlpiLinK, un approccio partecipativo
AlpiLinK propone un modello di ricerca partecipativa, invitando i parlanti a contribuire con registrazioni audio dei loro dialetti. Con oltre 225 mila file audio raccolti, il progetto rappresenta una risorsa preziosa per la mappatura delle varietà dialettali. Questa iniziativa non solo supporta la ricerca accademica, ma potrebbe anche fornire un’opportunità per migliorare i modelli di traduzione automatica.
L’inclusione dei dialetti nel traduttore di Google è un passo positivo, ma gli errori di traduzione e le falle evidenziate richiedono ulteriori sviluppi. L’invito a partecipare al progetto tramite il sito AlpiLinK.it rimane aperto, con l’auspicio che una collaborazione diffusa possa contribuire a superare le attuali limitazioni tecnologiche
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