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Intelligenza artificiale

IA nei contact center, potenziare senza sostituire l’elemento umano

L’IA sta trasformando i contact center, potenziando le capacità umane piuttosto che sostituirle. Un approccio ibrido, che unisce tecnologia e interazione umana, è la chiave per un servizio clienti più efficiente e empatico

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Contact center - IA nei contact center, potenziare senza sostituire l'elemento umano
Contact center (© Pixabay)

L’intelligenza artificiale (IA) sta rapidamente trasformando molti settori, e uno dei principali beneficiari di queste innovazioni è il mondo dei contact center. Tuttavia, mentre l’IA generativa e conversazionale continua a evolversi, è importante comprendere che il suo massimo potenziale si realizza solo quando viene integrata come partner degli agenti umani, non come sostituto. La chiave è creare una sinergia efficace tra le competenze umane e le capacità tecnologiche per offrire un servizio clienti più efficiente, empatico e personalizzato.

Il ruolo dell’IA: supporto e non sostituzione

Gli esperti concordano che il ruolo principale dell’IA, soprattutto nei contact center, non dovrebbe essere quello di sostituire gli agenti umani, ma di potenziare le loro capacità. In questo modo, le tecnologie di IA possono ridurre i tempi di risposta per le richieste standard e ripetitive, consentendo agli agenti di concentrarsi su interazioni più complesse e sensibili dal punto di vista emotivo. In settori come quello sanitario, l’IA ha già dimostrato la sua utilità gestendo le richieste frequenti 24 ore su 24, migliorando la soddisfazione del cliente senza sacrificare l’elemento umano.

L’IA come booster di produttività, un limite esiste

L’integrazione dell’IA ha mostrato di poter aumentare la produttività, soprattutto per gli agenti meno esperti, con un incremento medio del 14% e punte del 35%. Tuttavia, per i lavoratori più qualificati, gli effetti possono essere minimi o addirittura negativi. Questo evidenzia come sia fondamentale una implementazione mirata dell’IA, che tenga conto delle diverse competenze all’interno del team. Non si può ignorare inoltre il rischio di un’eccessiva dipendenza dalla tecnologia e le implicazioni legate alla privacy dei dati e all’occupazione.

La necessità di un approccio ibrido

Nonostante i progressi, l’IA fatica ancora a gestire le sfumature emotive che solo gli esseri umani sanno cogliere. Di conseguenza, un approccio ibrido, che combina tecnologia e competenze umane, sembra essere il futuro migliore per i contact center. Utilizzando l’IA per automatizzare le attività ripetitive e affidando le interazioni più delicate agli agenti umani, si può ottenere un bilanciamento perfetto tra efficienza e qualità del servizio.

Scalabilità dell’implementazione

Per garantire il successo di un’integrazione IA, le aziende devono procedere per gradi, avviando progetti pilota e monitorando costantemente i risultati. È essenziale che l’IA sia vista come uno strumento per potenziare le capacità umane, mantenendo un costante focus sulla qualità dei dati, la privacy e il facile accesso all’interazione umana quando necessario.

Verso un futuro ibrido e collaborativo

Josef Novak, Chief Innovation Officer di Spitch, ha sottolineato come l’IA stia già svolgendo un ruolo cruciale nel supportare gli agenti dei contact center, ma ha ribadito che l’obiettivo deve rimanere quello di creare sistemi ibridi affidabili. Solo così sarà possibile valorizzare il potenziale umano e tecnologico, dando forma a un futuro in cui IA e esseri umani lavorano meglio insieme.

Josef Novak - Chief Innovation Officer di Spitch (© Ufficio Stampa)

Josef Novak – Chief Innovation Officer di Spitch

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