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Nuove regole e nuovi attori: l’advertising nel 2025

Il programmatic guida l’ad-tech verso il 2025: standardizzazione delle metriche, trasparenza nei dati, integrazione TV+digitale, SPO, CTV programmatic e sostenibilità. Un ecosistema più efficiente e responsabile è possibile

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Digital Advertising
Digital Advertising (© Depositphotos)

L’advertising sta vivendo una profonda trasformazione, sospinta dall’innovazione tecnologica e dall’inesorabile cambiamento delle abitudini dei consumatori. Secondo Amélie Grenier-Bolay, Country Manager Italy & MENA di PubMatic, questa evoluzione rende il programmatic un pilastro irrinunciabile della pubblicità digitale, a patto che l’intero settore adotti strategie lungimiranti. In questo articolo analizzeremo i trend principali che plasmeranno il panorama dell’ad-tech entro il 2025, mettendo in luce criticità e soluzioni per creare un ecosistema efficiente, trasparente e sostenibile.

Amélie Grenier-Bolay, Country Manager Italy & MENA, PubMatic

Amélie Grenier-Bolay, Country Manager Italy & MENA, PubMatic

La sfida della misurazione standardizzata

L’assenza di metriche condivise tra TV tradizionale e programmatic rallenta la crescita delle campagne cross-platform. È essenziale sviluppare sistemi di misurazione capaci di uniformare le performance, fornendo dati confrontabili e consentendo agli inserzionisti di ottimizzare gli investimenti. L’industry deve collaborare per definire parametri comuni, colmando il divario tra le diverse modalità di advertising.

Trasparenza e fiducia nei dati

La qualità e la trasparenza nel trattamento dei dati sono fondamentali per l’intero settore. Strumenti di misurazione standardizzati e modelli di attribuzione chiari consentono di migliorare la reportistica e rafforzare la fiducia di inserzionisti ed editori. Garantire la tracciabilità del dato e adottare pratiche di data management affidabili permette di raggiungere un livello di accountability senza precedenti.

Integrazione tra sistemi tradizionali e programmatic

L’integrazione tra le “valute” della TV lineare e il programmatic richiede uno sforzo di collaborazione tra attori differenti. L’obiettivo è unire innovazione e infrastrutture esistenti, salvaguardando la qualità dei contenuti e l’efficacia della pubblicità. Solo così sarà possibile dare vita a un mercato ibrido, in cui la Connected TV (CTV) e la TV tradizionale convivano in modo sinergico.

Scalabilità in un mercato frammentato

La frammentazione dell’ecosistema programmatic rende complessa la crescita su larga scala. Per superare barriere normative e differenze locali, le aziende devono dotarsi di tecnologie aperte e flessibili, che semplifichino l’integrazione dei dati e la gestione di diverse piattaforme. Investire in soluzioni innovative e adattabili è cruciale per navigare con successo nei vari mercati globali.

Ottimizzazione della supply chain (SPO) e Curation

L’Supply Path Optimization (SPO) è destinata a diventare una delle leve più importanti nel programmatic advertising. Riducendo gli intermediari, si ottiene una filiera più snella e trasparente, con un controllo più attento della spesa pubblicitaria e una maggiore efficacia nella scelta dell’inventory. In parallelo, la Curation permette di accedere a spazi di qualità, limitando frodi e garantendo la brand safety. Questa combinazione si traduce in un miglior targeting, un uso più efficiente del budget e un ROI superiore.

La transizione della CTV al programmatic

Il passaggio della Connected TV (CTV) dai tradizionali Insertion Order (IO) verso il programmatic è un altro tassello cruciale. In una fase iniziale, si profila una coesistenza tra IO e soluzioni programmatiche, ma la scelta di adottare in modo deciso il programmatic è destinata a diventare un vantaggio competitivo per broadcaster e inserzionisti. Tra i benefici: maggiore copertura e controllo della frequenza, una migliore segmentazione del pubblico e la possibilità di conservare il valore premium dei contenuti.

Sostenibilità, la nuova frontiera dell’ad-tech

L’attenzione crescente verso la sostenibilità coinvolge anche l’ad-tech, con la necessità di ridurre l’impatto ambientale e investire in infrastrutture più eco-friendly. La carbon footprint delle campagne digitali diventerà sempre più rilevante, spingendo il settore a misurare e rendicontare le proprie emissioni. Aziende e consumatori più consapevoli richiederanno soluzioni in linea con modelli di sviluppo sostenibili, che riducano gli sprechi e migliorino l’efficienza dei processi.

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