Economia digitale
Social network e privacy, Meta apre il dibattito europeo
Meta propone agli utenti europei di scegliere: consenso ai dati per marketing o pagamento per il servizio. Una strategia controversa secondo il GDPR e destinata ad aprire un dibattito sulle regole della privacy online

La recente decisione di Meta di richiedere agli utenti europei il consenso per l’uso dei dati personali a fini di marketing o in alternativa un pagamento sta creando un acceso dibattito su legalità e privacy. Una scelta che, secondo Diego Dimalta, co-founder di BSD Legal e Privacy Week, “pone seri dubbi sulla sua conformità al GDPR”.
Origini del conflitto: l’errore iniziale di Facebook
Quando Facebook è approdato in Europa, ha erroneamente presupposto che il suo modello di business, basato sulla raccolta dei dati per pubblicità mirata e costruito su logiche tipicamente americane, fosse applicabile senza modifiche sostanziali anche nel Vecchio Continente. Inizialmente tutto sembrava funzionare, ma con l’entrata in vigore del GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati), il conflitto è emerso chiaramente.
Servizi online gratuiti, mito e realtà
Secondo Dimalta, gli utenti devono comprendere che “se il servizio è gratuito, il prodotto sei tu“. Una consapevolezza ancora lontana dall’essere acquisita pienamente, che oggi si scontra con una richiesta esplicita di Meta, la quale mette gli utenti davanti a un dilemma netto: “consent or pay”, ovvero dai il consenso o paghi.

Diego Dimalta, co-founder BSD Legal e Privacy Week
Legalità e implicazioni secondo il GDPR
Ma è realmente legittimo costringere gli utenti a scegliere tra consenso e pagamento? Diego Dimalta evidenzia che l’European Data Protection Board (EDPB) ha già chiarito più volte che tale pratica è contraria alle norme europee sulla privacy: “L’unico modo per rendere legittima questa opzione è garantire comunque una versione base gratuita, anche se limitata”. Il GDPR richiede infatti che il consenso sia libero e non subordinato all’accesso a un servizio essenziale.
Il ruolo centrale dei social network
L’EDPB considera infatti i social network come servizi quasi essenziali nella società contemporanea, strumenti di lavoro e socializzazione. Dunque, imporre un pagamento o il consenso obbligatorio senza alternativa gratuita di base rappresenta un problema legale e morale non da poco.
Prospettive e conseguenze future
Secondo Dimalta, questa scelta di Meta potrebbe generare “interessanti precedenti e accesi dibattiti a livello europeo”. Intanto, gli utenti sono posti davanti a una scelta controversa e scomoda che, probabilmente, li spingerà più verso il consenso involontario che verso il pagamento diretto.
La scelta di Meta sta dunque alimentando polemiche e interrogativi sulla privacy digitale, aprendo nuovi fronti di dibattito in ambito legale e sociale. Resta da vedere come l’Unione Europea reagirà e quali saranno le ripercussioni a lungo termine per gli utenti e per i giganti tecnologici.
Continua a leggere le notizie di Diario Innovazione e segui la nostra pagina Facebook