Seguici su

Intelligenza artificiale

ChatGPT Atlas, l’alba dei sistemi operativi intelligenti?

ChatGPT Atlas segna l’inizio dei sistemi operativi basati sull’intelligenza artificiale. Oded Vanunu avverte: l’innovazione è inevitabile, ma sicurezza e privacy rischiano di non tenere il passo

Avatar

Pubblicato

il

Uomo al lavoro su notebook
Uomo al lavoro su notebook (© Depositphotos)

Con l’arrivo di ChatGPT Atlas, OpenAI introduce il concetto di browser intelligente capace di trasformare radicalmente il nostro modo di interagire con i computer. Secondo Oded Vanunu, Chief Technologist di Check Point Software, questo prototipo rappresenta “il primo passo verso sistemi operativi interamente basati sull’intelligenza artificiale”. In un futuro ormai prossimo, non cliccheremo più sulle applicazioni, ma basterà descrivere ciò che vogliamo, e l’IA eseguirà ogni azione attraverso sistemi, app e Internet in maniera autonoma.

Dall’informatica tradizionale all’intelligenza operativa

La visione delineata da Oded Vanunu non è fantascienza, ma un’evoluzione naturale dell’informatica. Atlas mostra come l’intelligenza artificiale possa comprendere il contesto digitale dell’utente e agire al suo posto, creando una esperienza informatica personalizzata e continua. Tuttavia, questo progresso porta con sé nuove sfide di sicurezza e privacy. Quando un sistema conosce ogni dettaglio della nostra vita digitale, la linea tra comodità e vulnerabilità diventa sottile.

La sicurezza ai tempi dell’IA, confini che si dissolvono

Il cuore della sicurezza informatica è sempre stato la fiducia nei confini digitali: app isolate, autorizzazioni esplicite, accessi separati. L’informatica basata sull’intelligenza artificiale rompe questi confini. I browser AI, infatti, agiscono con i pieni privilegi personali dell’utente, accedendo a e-mail, conti bancari, sistemi sanitari e aziendali. Questo rende la superficie d’attacco più ampia e complessa da difendere.

Il nuovo vettore di attacco: comandi invisibili

Tra le minacce emergenti, la più insidiosa è l’iniezione indiretta di prompt. Gli hacker possono nascondere comandi malevoli nel contenuto di una pagina web, invisibili agli occhi umani ma perfettamente leggibili dall’intelligenza artificiale. Così, il browser AI può eseguire azioni non autorizzate come rubare dati sensibili, e-mail o credenziali, credendo di obbedire a un comando dell’utente. Un singolo link compromesso può compromettere l’intero ecosistema digitale personale.

Privacy sotto pressione: l’IA che sa tutto di noi

Per essere davvero utile, un browser intelligente ha bisogno di accedere a enormi quantità di dati personali: cronologia, documenti, comunicazioni, comportamenti online. Questo crea una tensione tra efficienza e riservatezza. Ogni interazione diventa potenzialmente un dato di addestramento, alimentando un sistema che sa tutto di noi — dalle preferenze di acquisto alle informazioni sanitarie.
Si profila così un rischio di sorveglianza digitale involontaria, in cui la linea tra assistenza e intrusione si fa sempre più labile.

Verso una sicurezza “by design”

Per mitigare i rischi, il settore tecnologico dovrà adottare principi di sicurezza fin dalla progettazione. Tra le soluzioni proposte:

  • Isolamento architetturale tra comandi dell’utente e contenuti web;
  • Conferma esplicita per azioni sensibili;
  • Controlli granulari delle autorizzazioni AI.

Le aziende dovranno inoltre considerare i browser AI come tecnologie ad alto rischio, monitorandone l’uso e limitandone l’accesso ai dati sensibili fino a quando le pratiche di sicurezza non saranno mature.

Il futuro tra innovazione e responsabilità

Nei prossimi due anni si definirà l’equilibrio tra innovazione e sicurezza. Atlas è solo l’inizio di una rivoluzione che potrebbe cambiare per sempre l’interazione uomo-macchina. La domanda è: riusciremo a costruire barriere di protezione solide prima che i confini si dissolvano completamente?

Chi saprà coniugare intelligenza artificiale e sicurezza definirà la prossima generazione di computing per miliardi di persone.

Continua a leggere le notizie di Diario Innovazione e segui la nostra pagina Facebook

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *