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Intelligenza artificiale

In tre anni 1,2 miliardi di utenti: l’AI corre, ma non per tutti

Microsoft presenta il primo AI Diffusion Report: l’Intelligenza Artificiale ha raggiunto 1,2 miliardi di utenti in tre anni, ma il divario tra Nord e Sud del mondo resta ampio. In Italia l’adozione è al 25,8%

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Diffusione dell'AI nel mondo
Diffusione dell'AI nel mondo (© Depositphotos)

Secondo il primo AI Diffusion Report pubblicato da Microsoft AI for Good Lab, l’Intelligenza Artificiale è la tecnologia con il tasso di diffusione più rapido nella storia umana. In soli tre anni, ha raggiunto 1,2 miliardi di utenti, superando in velocità l’adozione di internet, personal computer e smartphone. Un dato che segna una trasformazione epocale nel modo in cui l’umanità interagisce con la tecnologia.

Tre forze che guidano l’innovazione

Il report identifica tre categorie fondamentali che alimentano lo sviluppo dell’AI:

  • Frontier builders – i pionieri che spingono oltre i limiti dell’Intelligenza Artificiale;
  • Infrastructure builders – chi garantisce potenza di calcolo, connettività e data center;
  • Users – aziende, governi e cittadini che adottano la tecnologia nella vita quotidiana.

Microsoft sottolinea che solo l’evoluzione sinergica di queste tre forze potrà garantire un progresso sostenibile e inclusivo dell’AI.

Un divario globale che riflette le disuguaglianze economiche

Nonostante la diffusione record, il report mette in luce un dato allarmante: l’adozione dell’AI nel Nord del mondo (23%) è quasi doppia rispetto al Sud globale (13%). La causa? La mancanza di quelle che il report definisce le “fondamenta dell’AI”:

  • accesso all’elettricità;
  • connessione internet stabile;
  • infrastrutture di calcolo;
  • competenze digitali;
  • e la lingua.

Ben 4 miliardi di persone nel mondo non dispongono ancora delle risorse necessarie per accedere pienamente ai benefici dell’Intelligenza Artificiale.

Leader inaspettati: Emirati Arabi e Singapore

A sorpresa, i tassi più elevati di adozione si registrano in Emirati Arabi Uniti (59,4%), Singapore (58,6%), Norvegia (45,3%) e Irlanda (41,7%). Questi risultati mostrano come una solida infrastruttura tecnologica e una popolazione digitalmente competente possano accelerare la transizione verso l’uso diffuso dell’AI.

Italia: oltre la media del Nord Globale, ma dietro l’Europa

L’Italia si posiziona al 25,8% di adozione tra la popolazione in età lavorativa, superando la media del Nord Globale (23%) e avvicinandosi a paesi come Stati Uniti (26,3%) e Germania (26,5%). Tuttavia, resta indietro rispetto a Francia (40,9%), Spagna (39,7%) e Regno Unito (36,4%), segno che c’è ancora margine di crescita per competenze digitali e infrastrutture.

Il potere concentrato nelle mani di pochi

Altro punto chiave del report: la concentrazione delle infrastrutture AI. Stati Uniti e Cina detengono insieme l’86% della capacità di calcolo globale, dominando il settore dei modelli di AI più avanzati e performanti. Questo sbilanciamento evidenzia un rischio geopolitico e tecnologico: una dipendenza strutturale di gran parte del mondo dalle potenze che controllano la capacità computazionale.

La barriera linguistica, un ostacolo invisibile ma reale

Il report sottolinea inoltre che metà dei contenuti del web, base principale per l’addestramento dei modelli di AI, è in inglese — una lingua madre solo per il 5% della popolazione mondiale. Ciò crea una barriera sistemica all’accesso e limita lo sviluppo di sistemi realmente multilingue e inclusivi, specialmente nei paesi dove l’inglese non è diffuso.

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