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Cybersicurezza

La consapevolezza sulla cybersicurezza: un’analisi dei comportamenti digitali

Sondaggio Cyber Guru: 65% consapevoli dei rischi cibernetici, ma 35% li sottovaluta. Device aziendali e personali in pericolo. Comportamenti rischiosi diffusi, urgente necessità di consapevolezza

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Disinvoltura digitale (© Ufficio Stampa)
Disinvoltura digitale (© Ufficio Stampa)

La cybersicurezza è diventata una priorità imprescindibile nell’era digitale, ma quanto siamo davvero preparati a fronteggiare le minacce online? Un recente sondaggio condotto da Cyber Guru, una piattaforma di Security Awareness Training, ha fornito dati interessanti sulla percezione e la preparazione dei professionisti riguardo alla cybersicurezza. Questo articolo esplorerà i risultati del sondaggio, evidenziando le sfide e i comportamenti critici che mettono a rischio la sicurezza online.

La percezione della minaccia

I dati emersi dal sondaggio di Cyber Guru mostrano una fotografia variegata della consapevolezza sulla cybersicurezza tra i lavoratori. Il 65% degli intervistati riconosce che gli attacchi sono diventati più frequenti e richiedono maggiore attenzione. Tuttavia, il restante 35% sottovaluta ancora la minaccia, un dato preoccupante.

Il doppio rischio dei device

Sebbene il 75% dei lavoratori separi i propri dispositivi aziendali da quelli personali, questa precauzione spesso viene trascurata nella pratica. Il 60% utilizza i dispositivi aziendali per scopi personali, mentre il 33% accede ai social media dai dispositivi aziendali senza considerarlo pericoloso. Questa commistione comporta un rischio significativo, favorendo il social engineering e mettendo a repentaglio dati sensibili.

La miopia digitale

La necessità di agire in fretta e la paura di perdere opportunità (FOMO – Fear Of Missing Out) spingono gli utenti a comportamenti avventati. Il 69% dei partecipanti sarebbe disposto a connettersi a una rete Wi-Fi non protetta da password in caso di urgenza. Il 63% clicca su link promozionali senza verificarne l’autenticità, mentre il 62% usa lo smartphone per scannerizzare QR code apparentemente innocui. Il 52% approfitta delle colonnine di ricarica pubblica senza pensare ai rischi, e il 46% scaricherebbe un file da un mittente “sembrato” sicuro.

L’umano come anello debole

Il rapporto Data Breach Investigations Report rivela che il 74% delle violazioni informatiche è causato da errori umani, comportando perdite economiche nel 95% dei casi. Questo dimostra che, prima ancora delle tecnologie, sono i comportamenti umani a costituire il vero anello debole della catena difensiva.

In un mondo in cui la digitalizzazione è sempre più pervasiva, è essenziale che i professionisti migliorino la loro preparazione sulla cybersicurezza. La consapevolezza delle minacce è fondamentale, così come la separazione rigorosa tra dispositivi aziendali e personali. Evitare comportamenti avventati, come connettersi a reti non protette o cliccare su link sospetti, è cruciale per proteggere sia l’azienda che le informazioni personali.

Come afferma Vittorio Bitteleri, Country Manager Italia di Cyber Guru, è importante fermarsi a riflettere prima di agire online e ricordare che nessuno è immune da un cyber attacco. La sicurezza digitale è una responsabilità condivisa, e solo attraverso la consapevolezza e l’educazione possiamo ridurre i rischi e preservare la nostra sicurezza online.

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