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Economia digitale

Social in azienda: guida per un utilizzo responsabile e sicuro

Viviamo in un’era di iperconnessione, e i social rappresentano luoghi cruciali di relazioni e comunicazione. Il decalogo proposto è un importante strumento per aziende e dipendenti, promuovendo un utilizzo responsabile e sicuro dei social in un contesto lavorativo in continua evoluzione

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Social in azienda (© Depositphotos)
Social in azienda (© Depositphotos)

Il crescente utilizzo dei social media ha un impatto significativo anche nell’ambito lavorativo, generando sfide e riflessioni sulle dinamiche aziendali. Il Gruppo Intersettoriale Direttori del Personale – Human Resources Directors Association (GIDP-HRDA), in collaborazione con lo Studio Legale Daverio&Florio, ha recentemente presentato un decalogo fondamentale per promuoverne un uso responsabile e sicuro in azienda.

Regolamentare senza normative specifiche e i provvedimenti disciplinari

In mancanza di normative specifiche, le aziende stanno cercando di bilanciare la privacy dei dipendenti con la tutela degli interessi aziendali attraverso regolamenti interni. Questi regolamenti mirano a disciplinare l’uso dei social durante le ore lavorative, evitare commistioni tra l’immagine aziendale e le opinioni personali dei dipendenti e controllare l’utilizzo di dispositivi aziendali.

Secondo Alessandro Daverio dello Studio Daverio&Florio, le sanzioni più severe, inclusi licenziamenti, si applicano quando il nome dell’azienda è associato a comportamenti dannosi per la sua reputazione. Le cause più frequenti di provvedimenti disciplinari includono diffamazione contro l’azienda sui social network, comportamenti extra-lavorativi impattanti sul lavoro, e l’uso eccessivo dei social durante l’orario lavorativo.

Il decalogo per un corretto utilizzo dei social in azienda

In risposta a queste sfide, GIDP-HRDA e lo Studio Legale Daverio&Florio hanno sviluppato un “Decalogo per un corretto uso dei social in azienda”. Questo decalogo offre linee guida pratiche per dipendenti e aziende, con l’obiettivo di promuovere un utilizzo responsabile dei social media.

  1. Documentarsi su codici etici aziendali: prima di utilizzare i social in ambito aziendale, informarsi su eventuali indicazioni o codici etici aziendali;
  2. Neutralità nelle comunicazioni: evitare comunicazioni che possano impattare indirettamente sull’immagine aziendale, mantenendo neutralità;
  3. Riservatezza delle informazioni: evitare la divulgazione di informazioni riservate attraverso documenti, foto o contatti;
  4. Distinzione tra account personali e professionali: chiara distinzione tra account personali e professionali per evitare commistioni;
  5. Uso limitato dei social durante l’orario lavorativo: utilizzare i social durante l’orario lavorativo solo se strettamente necessario, limitando il tempo dedicato;
  6. Obiettività e rispetto nelle rappresentazioni: rappresentare fatti in modo obiettivo e rispettoso, evitando espressioni offensive;
  7. Evitare commistioni tra immagine personale e aziendale: evitare commistioni che possano confondere il pensiero personale con l’immagine aziendale;
  8. Filtrare l’accesso ai post per tutelare la riservatezza: utilizzare filtri per limitare l’accesso ai post a una cerchia ristretta, tutelando la riservatezza;
  9. Uso consapevole e riflessivo: utilizzare i social con la stessa attenzione delle relazioni nella vita reale, evitando eccessi;
  10. Sviluppare consapevolezza critica attraverso formazione: promuovere una consapevolezza critica nell’uso dei social attraverso formazione e pratiche consapevoli.

Casi concreti e giurisprudenza

Alcuni casi giurisprudenziali evidenziano l’importanza di un utilizzo responsabile dei social in azienda. Ad esempio, licenziamenti legittimati da comportamenti inappropriati su Facebook sottolineano la necessità di attenersi al decalogo per evitare conseguenze.

Un esempio significativo riguarda la Corte d’appello di Roma, che ha giustificato il licenziamento di una dipendente per aver registrato conversazioni dei colleghi, pubblicandole senza filtro sul proprio profilo Facebook. Questo caso mette in evidenza il rischio di danneggiare la reputazione aziendale attraverso un uso distorto dei social.

Un altro caso rivelatore coinvolge la Corte di Cassazione, che ha ritenuto comportamenti inappropriati di un funzionario amministrativo verso una stagista rilevanti ai fini disciplinari. La richiesta di amicizia su Facebook e l’osservazione frequente delle foto sono stati considerati segnali di un comportamento non professionale sui social, sottolineando l’importanza di mantenere rispettosi gli ambienti di lavoro virtuali.

La Cassazione ha anche giustificato il licenziamento di un dipendente per comunicazioni gravemente offensive verso i superiori attraverso Facebook. Questo caso dimostra come le critiche esagerate sui social possano arrecare pregiudizio all’organizzazione aziendale, portando a sanzioni disciplinari.

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