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Economia digitale

Italia al 26° posto nel Global Innovation Index 2023

L’Italia, pur avanzando nella classifica dell’innovazione, affronta sfide significative nel consolidare la sua presenza tra le economie globali più avanzate. Investire nelle PMI, migliorare la gestione aziendale e attrarre capitali esteri sono elementi chiave per tradurre il potenziale innovativo italiano in sviluppo economico sostenibile

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Mario Mantovani e Giovanna Voltolina (© Ufficio Stampa)
Mario Mantovani e Giovanna Voltolina (© Ufficio Stampa)

L’Italia si attesta al 26° posto nel Global Innovation Index 2023, evidenziando un modesto progresso rispetto all’anno precedente. Tuttavia, la classifica rivela una distanza significativa dai leader europei e mondiali, con la Svizzera al primo posto seguita da Svezia, USA, Gran Bretagna e Singapore. In questo contesto, l’attenzione si focalizza su come migliorare l’attrattività per capitali esteri e nazionali al fine di sostenere lo sviluppo innovativo.

Il contesto globale dell’innovazione e il posizionamento dell’Italia

Il Global Innovation Index 2023, stilato da WIPO e Visual Capitalist, analizza 132 Paesi attraverso 80 indicatori, suddivisi in sette categorie cruciali. Queste includono Business Sophistication, Market Sophistication, Infrastrutture, Capitale umano e ricerca, Istituzioni, Creativity Output, e Conoscenze e tecnologia.

Nonostante il miglioramento di due posizioni, l’Italia rimane lontana dai vertici, evidenziando margini di miglioramento, soprattutto nella capacità di attrarre investimenti diretti esteri. Il Paese si colloca dietro Malta e Cipro con un punteggio di 46,6 (+0,5 sul 2022).

Le sfide e le categorie di indagine del Global Innovation Index

Giovanna Voltolina, mid-cap investor, sottolinea che il progresso dell’Italia è insufficiente rispetto al suo potenziale innovativo storico. Identifica la necessità di migliorare la capacità di attrarre capitali esteri, un aspetto cruciale per sostenere lo sviluppo innovativo.

Le sette categorie d’indagine del Global Innovation Index delineano specifici ambiti di intervento. Nello specifico le categorie riguardano la Business Sophistication (investimenti in Ricerca & Sviluppo, afflussi netti di investimenti diretti esteri), Market Sophistication (dimensione del PIL, intensità della concorrenza del mercato locale), Infrastrutture (strade, ospedali, edilizia scolastica, efficienza energetica), Capitale umano e ricerca (investimento statale per alunno, qualità delle istituzioni scientifiche e di ricerca), Istituzioni (stabilità politica e sicurezza, facilità di avviare un’impresa), Creativity Output (marchi a valore aggiunto, applicazioni di design industriale, applicazioni di marchi), Conoscenze e tecnologia (domande di brevetto, aumento della produttività del lavoro, spesa per software)

L’ufficio di Rappresentanza italiana presso l’ONU di Ginevra riconosce il posizionamento positivo dell’Italia in diversificazione industriale ma sottolinea la necessità di migliorare l’attrattività per gli investimenti diretti esteri.

Il ruolo chiave delle PMI nell’innovazione

Mario Mantovani, presidente Manageritalia, evidenzia l’importanza delle PMI come incubatori dell’innovazione. Propone di investire in queste realtà, incoraggiando la collaborazione con investitori nazionali e internazionali. La managerialità e la valorizzazione delle competenze emergono come elementi cruciali per catalizzare l’innovazione.

Giovanna Voltolina riflette inoltre sulle iniziative di sostegno all’innovazione, sottolineando la necessità di coinvolgere le imprese e le PMI. Invita le aziende a superare le resistenze e aprirsi agli investitori, sfruttando l’esperienza aziendale come terreno fertile per l’innovazione.

Il futuro richiede un impegno congiunto da parte del governo, del settore privato e delle istituzioni per costruire un ecosistema di innovazione solido e competitivo.

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